Punture di api, vespe e calabroni

Durante la stagione estiva, con l'aumento della temperatura, può succedere di imbattersi in api, vespe e calabroni ed essere punti: un fenomeno da non sottovalutare.

Le differenze tra api, vespe e calabroni sono molte ed è bene conoscerle per sapere come difendersi meglio. Al contrario delle api, vespe e calabroni sono in grado di pungere ripetutamente, provocando dolore ma soprattutto può rappresentare un pericolo per la vita di chi è allergico alle punture di questi insetti. Una reazione allergica alle punture d’insetto con pungiglione può svilupparsi in qualsiasi momento anche se non si è presentata alcuna reazione nel corso di una precedente puntura.

Nel caso sia presente un nido di vespa o ancora peggio di calabroni è molto importante affidarsi a professionisti della disinfestazione in grado di gestire i favi in modo adeguato.
Nell'area fiorentina gli interventi per la disinfestazione di vespe e calabroni viene svolta da Alia e può essere richiesto attraverso questo link:

https://www.aliaspa.it/dillo-ad-alia

Le api invece sono animali protetti, indispensabili per il processo di impollinatura, il sistema naturale e di biodiversità della flora, oltre che produttrici di miele, polline, pappa reale, cera, ecc.; per questo è necessario chiamare i Vigili del Fuoco al numero di emergenza gratuito 115 oppure contattare una associazione di apicoltori di zona per il prelievo della famiglia di api e il successivo allontanamento.
Tra le associazioni più diffuse in Toscana:
- Associazione Apicoltori Province Toscane (AAPT)
- Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani (ARPAT)
- Associazione Apicoltori Siena Grosseto Arezzo (ASGA)
- Associazione Toscana Miele


Cosa fare in caso di puntura?

Quando si viene punti è di fondamentale importanza valutare con prontezza la risposta dell’organismo. Una reazione locale come un eritema o un indurimento accompagnato da prurito è un fenomeno normale. Nel caso delle api, per limitare il dolore è bene rimuovere il prima possibile il pungiglione perché è dotato di un piccolo serbatoio che continua a iniettare il veleno anche per 60 secondi dopo il morso.

    Riconoscere il tipo di reazione

  • Può essere solo locale, con arrossamento e gonfiore vicino alla puntura, oppure può essere una reazione allergica sistemica più grave. In questo caso, circa mezz’ora dopo la puntura, possono comparire sintomi come orticaria, prurito diffuso, malessere, gonfiore, vertigini, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, mancanza di respiro, stordimento, confusione mentale, abbassamento della pressione sanguigna, perdita di coscienza e shock anafilattico.

   
    Estrarre il pungiglione

  • Se venite punti da un’ape, ricordatevi che il pungiglione è seghettato e quindi rimane infisso nella sede della puntura. È opportuno estrarlo nel più breve tempo possibile perché questo diminuisce la dose di veleno iniettata. Aiutatevi con una punta smussa (anche l’unghia) con un movimento dal basso verso l’alto senza utilizzare pinze o schiacciarlo tra le dita, perché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Quindi applicate del ghiaccio.

   
    Non provocate gli insetti

  • Ci sono dei fattori che aumentano l’aggressività di api, vespe e calabroni: odori intesi come quelli di un profumo, vestiti di colore scuro, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno. Ricordatevi inoltre che i giorni ventosi ci mettono più facilmente a contatto con loro perché vengono abbassati i corridoi di volo.

    Inoltre è indispensabile sapere che passare davanti a un'arnia di api potrebbe portarci ad essere attaccati per difesa, dato che potrebbero interpretare la nostra vicinanza all'ingresso del loro nido come un attacco da parte nostra.
 

    Se non passa

  • In caso di reazioni locali che durano più di 24 ore e con un diametro superiore a 10 centimetri, è consigliabile una visita allergologica per stabilire se si è allergici al veleno di imenotteri. È indispensabile la visita allergologica nei centri specializzati per chi ha avuto una reazione sistemica. Ricordatevi che è importante eseguire le prove allergologiche non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa, per evitare false negatività.

   

    Emergenza

  • In caso di shock anafilattico mantenete la calma e allertate immediatamente il 118. Se avete con voi l’adrenalina autoiniettabile, utilizzatela seguendo le prescrizioni del vostro medico. Anche se avete la sensazione di migliorare, allertare il 118 per ricevere la prima assistenza e le cure del caso che verranno proseguite in Pronto Soccorso.